Da sempre lo sport è sinonimo di uguaglianza e motivo di pace, basti pensare che in Magna Grecia, dove i giochi olimpici vennero fondati, si interrompeva ogni guerra ed ogni scontro nei territori limitrofi per dar spazio alla “tregua olimpica”, in greco ἐκεχειρία (lett. “mani ferme”) e quindi alla manifestazione sportiva .
Lo sport infatti dovrebbe convivere con ideali come legalità, lealtà e pace…ma oggi è realmente così?
Ieri sera in occasione della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina abbiamo avuto una dimostrazione che per alcuni è l’ esatto contrario.
Come è possibile recarsi in uno stadio, dove sono presenti anche famiglie con bambini, essendo armati di pistola, mazze e petardi? Credo che lo sport possa essere il più grande strumento di pace tra culture, mentalità ed etnie diverse al solo fine di poter superare i confini tra regioni,stati e continenti…anche solo con un calcio al pallone.
“Lo sport è un linguaggio universale ed è capace di unire gli uomini, indipendentemente dal colore della pelle, religione, ceto economico o sociale. L’anno dello sport vuole ricordare a governi, organizzazioni e comunità internazionali di tener fede alle loro promesse di promuovere attraverso iniziative sportive i diritti dell’uomo e la pace”, afferma Kofi Annan, ex Segretario Generale delle Nazioni Unite.
Bisognerebbe recarsi allo stadio pensando di avere davanti persone uguali a noi, alle quali non deve essere negato alcun diritto, alle quali deve essere incondizionatamente concessa la libertà di assistere ad un evento sportivo affinche ognuno si senta sicuro e protetto una volta acquistato il biglietto per una partita.
Lo sport è più di un gioco: puo’ e deve migliorare la vita ed io ci credo ancora.