Io credo ancora nello sport | di Carlo Cannavale

Da sempre lo sport è sinonimo di uguaglianza e motivo di pace, basti pensare che in Magna Grecia, dove i giochi olimpici vennero fondati, si interrompeva ogni guerra ed ogni scontro nei territori limitrofi per dar spazio alla “tregua olimpica”, in greco ἐκεχειρία (lett. “mani ferme”) e quindi alla manifestazione sportiva .
Lo sport infatti dovrebbe convivere con ideali come legalità, lealtà e pace…ma oggi è realmente così?

Ieri sera in occasione della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina abbiamo avuto una dimostrazione che per alcuni è l’ esatto contrario.
Come è possibile recarsi in uno stadio, dove sono presenti anche famiglie con bambini, essendo armati di pistola, mazze e petardi? Credo che lo sport possa essere il più grande strumento di pace tra culture, mentalità ed etnie diverse al solo fine di poter superare i confini tra regioni,stati e continenti…anche solo con un calcio al pallone.
“Lo sport è un linguaggio universale ed è capace di unire gli uomini, indipendentemente dal colore della pelle, religione, ceto economico o sociale. L’anno dello sport vuole ricordare a governi, organizzazioni e comunità internazionali di tener fede alle loro promesse di promuovere attraverso iniziative sportive i diritti dell’uomo e la pace”, afferma Kofi Annan, ex Segretario Generale delle Nazioni Unite.

Bisognerebbe recarsi allo stadio pensando di avere davanti persone uguali a noi, alle quali non deve essere negato alcun diritto, alle quali deve essere incondizionatamente concessa la libertà di assistere ad un evento sportivo affinche ognuno si senta sicuro e protetto una volta acquistato il biglietto per una partita.
Lo sport è più di un gioco: puo’ e deve migliorare la vita ed io ci credo ancora.

Perchè dovrei interessarmi di politica? Sono giovane! Di Carlo Cannavale

Perchè dovrei interessarmi di politica? Sono giovane!

“Perchè dovrei interessarmi di politica? Sono ancora troppo giovane!”, è la tipica frase che si sente pronunciare dalla maggior parte dei giovani italiani, soprattutto tra quelli non aventi diritto al voto.

Se ci chiediamo il motivo di tale miopia nei confronti del mondo della politica, la risposta potrebbe essere scontata, infatti subito ci verrà in mente la spensieratezza dell’ età, la pochissima fiducia nella figura del politico o il sogno di vivere in un altro paese quanto prima.
Infatti la politica oramai è diventata sinonimo di favoreggiamento, corruzione, interesse personale e di solipsismo. A tutto ciò va sommato il contributo che forniscono i media, che cercano, ovviamente, lo scoop e la notizia da copertina per infangare la classe dirigente nostrale. Il risultato è ovvio: sfiducia nelle istituzioni da parte di soggetti apparentemente più manipolabili, come noi giovani.
Lo scetticismo verso il mondo sconosciuto della politica è alimentato inoltre dall’ alto tasso di disoccupazione giovanile ,43% c.a. , e totale ,13% c.a. (dati Istat), che abbiamo in Italia. Come si può pensare infatti che qualcuno che non riesce a trovare lavoro potrebbe avere fiducia della macchina governativa, la quale dovrebbe garantire il diritto fondamentale al lavoro presente nella costituzione?
Infine il taglio netto alla mia speranza di riuscire a condurre una vita di partito con i miei coetanei, è dato sicuramente dalla presenza di una gerontocrazia radicata in partiti, in consigli, in ogni riunione politica e ovviamente nelle cariche maggiori.

Ma…allora? Perchè un ragazzo dovrebbe credere alle parole di una figura politica, riuscire ad immaginare un futuro diverso e migliore o avvicinarsi al mondo dell’ elettorato attivo?

Volontariato uguale disinteresse, da sempre

Volontariato uguale disinteresse, da sempre

E’ quindi indiscutibile, o almeno dovrebbe esserlo, che chi possiede qualcosa in più rispetto ad un ingente numero di persone debba donare in modo disinteressato , dimenticando per un po’ il “do ut des” che tanto piace.
Quale miglior modo del volontariato, per metterci al servizio della comunità ed aiutare chi attraversa periodi nefasti o, chi di periodi fausti non ne ha mai attraversati?” Carlo Cannavale