La vera questione Genny ‘a carogn

Il ruolo decisivo giocato da Genny ‘a carogn nel decidere lo svolgimento della finale di Coppa Italia dimostra, semplicemente, che lo Stato italiano ha smesso di esistere.
Il problema non è tanto che un capo ultras decide dello svolgimento di una partita, ma piuttosto che milioni di persone assistono alle facce inebetite, per non dire ebeti, dei Presidenti di Consiglio e Senato.
Non hanno più alcun ruolo: è ormai chiaro a tutti come siano delle marionette, seppur brave in TV, alla mercé di interessi ben lontani da quelli della popolazione.
È per questo, per l’assenza di uno Stato, che migliaia di persone, in particolare al Sud, si sentono più rappresentate da capi ultras come Genny ‘a carogn piuttosto che da attori che interpretano il ruolo di Presidenti del Consiglio.
Piuttosto che credere alle false verità quotidianamente propinate da mass-media compiacenti, e non trovandosi in linea con l’immagine della realtà da loro offerta, migliaia di persone assumono, come loro leader, i più facinorosi dei capi ultras. E così avviene in ogni aspetto della quotidianità, così che il diritto risulta ben lungi dall’essere una caratteristica dell’Italia.
I fatti della finale di Coppa Italia non sono altro che un tassello del mosaico di contro-sviluppo che sta attraversando l’Italia: non ci rendiamo conto che fanno parte di un unico quadro, infatti, i cui altri tasselli sono costituiti, ad esempio, dal caso Shalabayeva e dal caso dei due marò, ma anche ultimo dal caso Dell’Utri.
Lo Stato italiano non ha la forza di contrastare un capo ultras, figuriamoci se può fare qualcosa contro il referente politico della mafia o contro potenze come India o Azerbaijan.
In conclusione, il caso Genny ‘a carogn dovrebbe indurre chiedersi questo: ha ancora senso lo Stato italiano?

 
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