Gli sviluppi della Scuola di Francoforte


Dopo un paio di anni, in cui il principale mezzo di diffusione dell’Istituto di Ricerca sociale di Francoforte era stato l’ “Archivio per la storia del socialismo e del movimento operaio”, nel 1932 Horkheimer dà una svolta all’Istituto: nasce, infatti, la “Rivista per la ricerca sociale”. Secondo questa nuova impostazione  e come già ribadito in altri articoli, la ricerca sociale è intesa come “teoria della società come un tutto”: la ricerca sociale, quindi, non si limita a settori specialistici e settoriali di determinate discipline, ma si occupa del tutto, ossia delle relazioni che legano aspetti storici ed economici, psicologici e culturali, della società. Il teorico critico (ossia il critico della società) è “quel teorico la cui unica preoccupazione consiste in uno sviluppo che conduca ad una società senza sfruttamento”.

Ancora una volta, l’anno risulta decisivo: il 1932 è, infatti, l’anno in cui il partito nazionalsocialista ottiene la prima affermazione elettorale in Germania, Salazar diviene Presidente del Consiglio in Portogallo e Roosevelt in America. Da un lato, quindi, i fascismi andavano avanzando in Europa (di pari passo con l’escalation di violenze dello stalinismo in Russia), dall’altro una nuova società industriale, basata sulla tecnologia avanzata – e sulle sue applicazioni in ogni campo della vita, da quello militare a quello culturale – si andava formando. Caratteristica decisiva della Scuola di Francoforte – e fatto che la rende non solo straordinariamente importante per i suoi risvolti odierni, ma anche encomiabilmente lungimirante – risultò la sua impostazione critica verso il nuovo tipo di società industriale che si andava forgiando e che si è in pratica costituita nell’ultimo secolo. In sostanza, comprendere le posizioni e le critiche degli esponenti della Scuola di Francoforte al nuovo tipo di società in sviluppo, significa comprendere la nostra società [continua-2].

 
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